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17 Gen 2011

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Caltari

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Le stanze degli scrittori: Gianni Solla
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di Gianni Solla

Alla sinistra* della scrivania, c’è la finestra che dà sul ballatoio. Il ballatoio unisce le due scale del mio condominio, la A e la B. Questa è una cosa importante da capire: la scala A non ha l’ascensore mentre la B, sì. Quindi tutti quelli che abitano alla scala A del mio piano devono passare vicino alla mia finestra. Io li guardo quando la mattina hanno il giaccone pesante oppure quando portano giù i cani. Li guardo per pochi istanti, distratto dal loro movimento, perché il mio condominio è abitato da persone abitudinarie, ripetono i loro gesti sempre alle stessa ora, è gente che non prende iniziativa, ma sono persone per bene e io li distinguo dai loro vestiti, sempre gli stessi. Certe volte mi chiedo se quelli della scala B facciano la stessa cosa con me, quando dalla A vado a prendere l’ascensore alla B, e penso che tutti alla fine siamo la scala A di qualcuno. Ci sarà qualcuno che registra il mio passaggio, dirà, ecco, è passato lo scemo della A.

Per un po’ di tempo ho preso appunti su un’agenda e ho notato che quelli della scala A hanno delle vite più difficili, più rocambolesche. In un anno ci sono più morti, la polizia viene di notte a cercare qualcuno, ci sono più sfratti, più litigi, più tubi che si rompono, più donne che piangono sul ballatoio. Forse solo l’amministratore di condominio ne conosce la ragione. Una volta ne stavo parlando con Luciano (scala B), dice che potrebbe esserci una maledizione. Io non lo so, non credo a certe cose, anche se mia nonna parlava con i morti, ma non è da escludere.

 

*da piccolo avevo l’occhio sinistro pigro, avevo una benda, ma la tenevo solo in casa, mia mamma non aveva il coraggio di darmi in pasto ai miei compagni di scuola, ero troppo secco per difendermi. Poi sono rimasto pigro nonostante la benda, quando dormivo fino a mezzogiorno mia mamma diceva che ero pigro e io le dicevo che la benda non aveva funzionato.

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